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LA STRAORDINARIA FIORITURA DEI CILIEGI ITALIANI

La Primavera in Giappone da non perdere!”
“Attenzione! I posti sono limitati e occorre prenotare sempre con molto anticipo!!”
Questo è quanto si leggeva fino all’anno scorso in questo periodo primaverile, quando tutti ignoravamo l’esistenza del coronavirus, su alcuni giornali e siti di viaggi o digitando la frase “fioritura giapponese” sui motori di ricerca di internet.

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Quest’anno il governo di Tokyo ha esortato i cittadini ad astenersi dalle feste di “hanami” a causa dell’epidemia del covid-19. I principali festival dedicati ai fiori di ciliegio sono stati cancellati, gli alberi sono stati transennati e sono stati apposti cartelli con la scritta “non sono consentite feste”.

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Comunque bisogna dire che da più di mille anni quando arrivava la primavera, l’intero Giappone, dal Kyushu all’Hokkaido, entrava in fermento per quella che nella lingua del posto si chiama “Hanami” (letteralmente significa guardare i fiori) vale a dire la festa primaverile della fioritura dei ciliegi.

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Il fiore di ciliegio chiamato “Sakura” che sboccia da fine marzo a metà maggio in questo periodo attirava molte famiglie ad intraprendere gite fuori porta e soprattutto incentivava turismo in Giappone dall’estero, molti si recavano qui per prendere parte ad uno degli eventi più significativi e meravigliosi che la natura giapponese aveva da offrire, un esperienza che coinvolgeva non solo i sensi ma anche e soprattutto la mente. Questa tradizione è talmente importante che un bollettino radio informava quando stava per arrivare il momento migliore per andarli a vedere; addirittura gli abitanti di Tokyo festeggiavano remando con le barche fin sotto gli alberi nel laghetto di Chidorigafuchi , la cosa bella è che di notte “Hanami”, l’attività di ammirare i fiori, cambiava nome in “Yozacura”, la notte dei ciliegi.

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PERCHÉ AFFRONTARE UN LUNGO E COSTOSO VIAGGIO IN DIREZIONE DEL SOL LEVANTE QUANDO ABBIAMO ANCHE NOI IN ITALIA UNA PERIODICA E BELLA FIORITURA DI CILIEGI?


Anche da noi in Italia il ciliegio sboccia solitamente durante la stagione primaverile, sfortunatamente non viene annunciato da nessuna parte e viene poco valorizzato.
Sapevate che, almeno fino all’anno scorso, a primavera era possibile muoversi anche fra le varie località italiane per ammirare la fioritura dei nostri non meno bei ciliegi?

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Vi state chiedendo dove?
Potendo andare a Roma nell’Eur (vedi foto sopra) vi sono circa mille ciliegi che formano un suggestivo percorso verso il laghetto del quartiere romano che nel tempo è stato chiamato “La passeggiata del Giappone” dove durante la primavera, quando tutti gli alberi si tingono di rosa, almeno fino all’anno scorso era possibile organizzare in questo periodo pic-nic in abiti tradizionali giapponesi, questo evento attirva anche qui ogni anno l’interesse di turisti e residenti.
Questi ciliegi furono donati dal primo ministro giapponese Nobusuke Kishi durante la visita diplomatica che si svolse il 20 luglio del 1959.

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Sempre nella capitale si trova, presso l’Istituto Giapponese di Cultura, nella zona di Valle Giulia, uno splendido giardino ricco di ciliegi, realizzato dall’architetto giapponese Ken Nakajima. Il giardino è accessibile tutto l’anno tranne nel pieno dell’estate, a luglio e agosto e in questo periodo in cui dilaga l’epidemia del covid-19

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Anche a Villanova sull’Arda, ad una quarantina di km da Piacenza, veniva celebrata durante il mese di aprile la “Festa dei ciliegi in fiore”. La cosa più bella della manifestazione era la possibilità di scoprire, a piedi o in bici, il giardino dei ciliegi ricavato all’interno del parco di Isola Giarola situato nella golena del fiume Po dominata dal lago artificiale prodotto dalle attività estrattive terminate nel 1995.

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A Novara, nell’area occupata fino agli anni ’60 dalle fonderie Fauser, nei pressi del mercato coperto, continua a fiorire un ciliegio giapponese regalato al titolare dell’azienda, l’industriale e chimico Giacomo Fauser, da alcuni clienti nipponici. Quando la zona divenne residenziale, Fauser impose la preservazione di quel ciliegio che ancora oggi regala splendide fioriture.

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Molte località dell’Emilia Romagna offrono spettacoli suggestivi durante la fioritura dei ciliegi. Da Piacenza a Ferrara, si possono incrociare, da aprile a maggio, suggestive macchie di colore rosa, incastonate nel verde della pianura padana.
A Vignola, invece, in provincia di Modena, dal 1970, veniva organizzata ogni anno la Festa dei Ciliegi in Fiore dedicata alla Mora di Vignola, una particolare varietà della zona dal colore rosso scuro, molto apprezzata per il suo sapore intenso.

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Purtroppo, triste a dirsi, nella città di Ferrara, nel chiostro del monastero di sant’Antonio in Polesine, situato in centro, lì dove è sepolta Beatrice d’Este c’era un maestoso ciliegio. L’albero era stato piantato negli anni ’40 e per decenni ha regalato profonde emozioni alla città che ne aspettava trepidante la fioritura. Poi, nel 2011 si è reso necessario abbatterlo. A suo posto ora si trova un giovane albero che, anno dopo anno, sta restituendo ai ferraresi lo spettacolo della fioritura.

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Nelle Marche a Pedaso in provincia di Fermo, presso la Contea dei ciliegi, una delle strutture ricettive che si affacciano sul mare, si nasconde un vero e proprio parco dedicato a 2500 ciliegi. Dall’alto del Monte Serrone questo parco si apre con tutti i suoi colori ed offre l’opportunità di partecipare ad iniziative collegate alla tradizione dell’hanami giapponese organizzate in collaborazione con una associazione dedicata a cultura e tradizioni del paese del Sol Levante.

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Oppure in molti in questo periodo si recavano a Milano, in viale Sarca, per passeggiare ed ammirare i fiori dei ciliegi giapponesi situati su un altura artificiale, ricoperta da tempo di alberi, formata dall’accumulo di materiali di risulta prodotti dai lavori di ristrutturazione del complesso industriale della Pirelli.

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Abbiamo anche diverse fioriture di ciliegio sull’altopiano di Casteluccio di Norcia e di fiori di loto a Mantova sul Mincio.

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Nelle soleggiate giornate primaverili anche in Puglia, lungo la maggior parte delle strade provinciali e comunali, vi è una spettacolare fioritura di ciliegi da produzione.

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Ad esempio, Turi, paese della ciliegia, in provincia di Bari, che produce in media quattro-cinquemila tonnellate di ciliegie l’anno, da fine aprile (quando inizia a staccare le varietà Bigarreau) a tutto giugno è un tripudio di colori, luci e odori.

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In alcune contrade di Conversano, in provincia di Bari, vicino alle marine di Polignano e Mola, la primavera è più gioiosa che mai! Infatti alcuni ciliegi raggiungono livelli di fioritura spettacolari. Stesso fenomeno viene segnalato tra Rutigliano e Mola di Bari dal gruppo di escursionisti che in questi giorni partecipa all’evento «Percorsi a Sud Est», uscite alla scoperta del territorio organizzate da Legambiente e assessorato all’ambiente di Mola.

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Identica situazione si riscontra nel Sud-Est barese, vale a dire Conversano, Turi, Mola di Bari, Rutigliano e Castellana, dove gli allevamenti cerasicoli che si si possono ammirare lungo le strade regalano stupende fioriture ai passanti.

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Parimenti parlano da sole le piccole foto inserite in questo articolo che sono state scattate nell’entroterra barese sulle colline della murgia cassanese in provincia di Bari.

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QUELLO CHE MANCA AI CILIEGI ITALIANI

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Quindi, epidemie a parte cosa manca dunque alla fioritura dei ciliegi italiani ?
Manca forse la cultura degli antichi samurai?

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Ovvero, nell’iconografia classica dei samurai il ciliegio è il migliore tra i fiori come il guerriero è il migliore tra gli uomini, l’antico “haiku” recita infatti così: “Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero”.
Invece qui in Italia, dove la ciliegia in diversi dialetti è chiamata anche “cerasa”, parola che deriva dal greco κέρασος (kérasos), dal nome della città di Cerasunte (nell’attuale Turchia), da cui, secondo Plinio il Vecchio, furono importati a Roma i primi alberi di ciliegie nel I secolo a.c., la vera gioia è senza ombra di dubbo, una canestra di ciliegie più che la fioritura delle stesse. A questo punto basterebbe forse, una volta scongiurato il pericolo di contagio da coronavirus e terminate le restrizioni decretate dallo stato, saper valorizzare di più anche la fioritura dei ciliegi nazionali ed il gioco è fatto! Oppure potremmo continuare a fare ancora nostro il motto riassunto dalle parole di Luc de Clapiers de Vauvenargues, che in Riflessioni e massime del 1746 afferma: “Se un tale è sovente ammalato, e capiti che avendo mangiato una ciliegia, il giorno di poi sia raffreddato, subito gli diranno, per consolarlo, che è colpa di questa!!.”

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Visto e considerato che la nostra forzata permanenza a casa non ci permetterà quest’anno di godere del divino dono della fioritura dei ciliegi perché non prendere in considerazione l’idea di piantare nel nostro giardino o anche sul balcone di casa un bel colorato e profumato alberello di ciliegie?

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Troveremo così anche un modo per riscoprire capacità che non sapevamo di avere e potremo aiutare anche i nostri figli ad apprezzare il fascino della natura

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Perchè dedicarci al giardinaggio? Sicuramente è un attività salutare, rilassante e stimolante, perchè dunque non provare a cliccare qui (su queste frasi dove stai leggendo) per vedere di cosa hai bisogno?

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