LA PRIMAVERA AL TEMPO DEL COVID-19

Ieri 21 marzo è iniziata ufficialmente la primavera! Ma questa primavera 2020 sarà una primavera diversa e inconsueta rispetto alle altre perché siamo in piena emergenza sanitaria, il decreto Conte volto a contenere l’epidemia ci ha costretto, per il bene di tutti, a rimanere a casa, e per ultimo l’ordinanza del ministro della salute ha promulgato il divieto d’accesso del pubblico a parchi, ville e giardini pubblici e di attività motorie lontano dalle proprie abitazioni.
Tutto questo significa non poter assaporare con la vista e con l’olfatto tutto ciò che puntualmente la primavera ci regala ogni anno in questo periodo.
E ora? Vita da carcerati!? Niente paura! Michele il giardiniere ci darà una mano anche in questa direzione: abbiamo messo apposta in foto alcune bellissime immagini di viole, giardini rocciosi e quant’altro per deliziare almeno la vista; per l’olfatto possiamo sforzarci di chiudere gli occhi e immaginare quanto siano profumati i fiori in foto.
Immaginiamo di stare lì in mezzo a quel prato mentre una leggera brezza primaverile accarezza i nostri capelli, e di udire il cinguettio di una rondine che si posa sull’albero in foto, ed è a questo punto che un odore soave ci sale al naso, sono quelle coloratissime e variegate viole mammole e viole del pensiero che spuntano vivaci fra le pietre di quell’angolo di giardino.
Quell’angolo che una divina e fugace primavera ci ha regalato in un tempo che appare malato e per niente spensierato, ma che la forza e l’energia della vita attira, con prepotenza, con arroganza, ma è la vita e non la puoi fermare!
Perché è il sole che la fa gioire, quella luce di una giornata serena in cui il tepore dei raggi del sole piacevolmente scalda il viso. Guarda quelle rondini in volo! Solleticano una serenità che viene dal profondo dell’animo, che sale e pervade. Il cuore quasi si ferma, non fa più rumore perché gusta quel sapore, che sa di vita e di amore.
Ora lo sguardo si alza e si posa su una bianca sedia vintage, posta di spalle al roccioso angolo fiorito, su cui siedono beate sfumature di violette in cui spicca l’arancio che prevale sul giallo, senza litigare e senza primeggiare, ma fondendosi in una straordinaria e unica armonia come solo divina natura sa fare.
D’un tratto ci sale su per la testa un pensiero, prepotente, assillante, una parola tremenda: coronavirus. L’adrenalina comincia a fluttuare nel sangue ma la parola primavera ne blocca il flusso; la serotonina prende il suo posto, i muscoli si rilassano, la tensione si attenua e la bocca si lascia scappare una frase: ma si! È primavera!! che si godano almeno loro il maestoso e tranquillo giardino! Loro che non sanno e non possono avere intendimento ne di pandemie ne di epidemie; le chiamano viole del pensiero, appunto, perché il pensiero è quello di primavera, fresca e leggera che non si preoccupa di nessuna galera, perché la primavera come il pensiero non si può ne legare ne imprigionare perché lei vola leggera.
Ma si! Che stiano là sedute, tranquille e lussureggianti; in fin dei conti quello è il loro posto, hanno pagato il biglietto, la primavera glielo ha concesso, lo spettacolo durerà poco, una stagione, la più bella che ci sia, che al secondo atto cederà il posto ad una rovente estate; ed allora avranno tutto il tempo per sfiorire come ogni giovinezza che solo appare eterna ma che il tempo fa appassire. Si! Sarà lui ad aggiustare, lui che ogni cosa può riparare! Quel tempo cinico ed egoista, che quando passa, tutto trascina via, ogni tipo di malinconia, forse anche la pandemia!
Michele il giardiniere
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