OLEANDRO, UNA PIANTA ADATTABILE

L’oleandro (nome botanico Nerium Oleander) è una pianta suggestiva ed elegante che si adatta ai climi della Sicilia fino a quello delle Alpi e può essere coltivato sia in piena terra che in vaso, alla sola condizione che venga rinvasato spesso e tenuto al sole.
Oggi nei tuoi occhi si è adagiata l’estate
(Letizia Del Zompo)
un languore d’azzurro e oleandri.
Dato che cresce molto velocemente, dopo una decina di anni sarebbe meglio piantarlo in giardino oppure regalarlo.

Le foglie sono coriacee, lanceolate, di colore verde scuro; la vita media di una pianta ben tenuta si aggira intorno ai quarant’anni.
La fioritura avviene da maggio ad ottobre e come si può osservare dalle immagini i fiori sono di medie dimensioni, a forma di imbuto, che possono andare dal color bianco, giallo, salmone, rosa, rosso. Raramente possono essere profumati.

CLIMA ED ESPOSIZIONE
La temperatura ideale di coltivazione e fra i 12° e i 35 °C. Ma sopporta anche temperature sottozero fino a -10 °C per brevi periodi, ad esempio in Val padana sarebbe bene avvolgere il vaso e la chioma con del tessuto non tessuto , mentre nelle zone alpine andrebbe preferibilmente ricoverato in un locale fresco e luminoso.
“Sol d’oleandro voglio laurearmi”
(Gabriele D’Annunzio)
io dissi. Ed Aretusa era contenta;
e recise per me altri due rami
e fè l’atto di cingermi le tempie
dicendomi: “Pè tuoi novelli carmi!”
Dato che è una pianta che tollera il vento salmastro può essere coltivata anche in zone di mare a patto che stia in pieno sole per non rischiare una mancata fioritura.
VASO E TERRICCIO
La si può sistemare in contenitori in plastica o anche in terracotta. Una pianta alta circa 1 m deve essere sistemata in un vaso non inferiore al diametro di 30 cm.
Va rinvasata ogni anno fino al 10º anno, poi ogni tre anni andrà rinvasata in un contenitore di una misura poco più grande con del terriccio per piante fiorite, oppure universale, avendo cura di creare ogni volta un buon sistema di drenaggio sul fondo del vaso.

IRRIGAZIONE
l’oleandro va annaffiato abbondantemente e regolarmente da maggio a settembre non appena il substrato sia asciuga. Se le infiorescenze si piegano durante il periodo estivo ciò è indice che la pianta è già sotto stress idrico e che dovrebbe essere quindi immediatamente annaffiata.

Da ottobre fino a marzo le annaffiature andranno man mano diminuite fino ad annullarle completamente, per poi riprenderle ad aprile.
E frondeggiano lungo il tortuoso
(Luigi Siciliani)
corso cespugli avvelenati, e in cima
portano un fiore di fiamma, il fiore amaro
che sembra rosa e non odora, e sembra
alloro, ma non cinge alcuna fronte
in premio della sua dura vigilia,
l’oleandro silvestre, il fiore ch’amo,
il rosso fiore dell’aridità.
CONCIMAZIONE
Da aprile a settembre va concimato ogni 15 giorni con un prodotto liquido per piante da fiore da sciogliere nell’acqua di irrigazione. Oppure nei mesi di aprile, giugno e settembre si può usare del concime granulare a lenta cessione per arbusti da fiore, come quelli indicati qui di seguito.
POTATURA E MOLTIPLICAZIONE
Le piante di oleandro vanno potate nel periodo compreso tra dicembre e febbraio, solo se è strettamente necessario per ridurne l’ingombro oppure per svecchiare gli esemplari tagliando alla base un ramo vecchio ogni inverno, per non perdere del tutto la fioritura. Oppure nel caso di siepi per sagomarle e squadrarle a fine inverno.

Nel qual caso si è costretti ad optare per una potatura severa, bisogna tener conto che non si avranno fiori fino alla stagione successiva.
Si può riprodurre per talea un ramo dell’anno precedente, tagliato nei mesi di maggio giugno e luglio, immergendo il rametto in acqua fino a quando non compaiono le prime radichette, dopodiché può essere sistemato in un piccolo vaso con del terriccio ammendante.
MALATTIE E PARASSITI
In particolare gli afidi aggrediscono queste piante durante i periodi di siccità soprattutto quando non vengono annaffiate. Mentre quando l’aria è statica e non c’è vento, ne vengono innaffiate, possono essere colpite dal ragnetto rosso, in questi casi occorrerebbe trattare con insetticidi specifici come quelli indicati qui sotto.
A volte sui rami possono formarsi delle escrescenze dovute al cancro rameale (malattia detta anche rogna) che possono derivare da cesoie infettate su altri rami malsani o da tagli mal praticati e slabbrati, anzichè eseguire tagli netti e precisi. Quest’ultima si può curare eliminando del tutto la parte malata potando con una cesoia ben disinfettata e somministrando successivamente con dei fungicidi rameici come quelli indicati qui sotto.
PERICOLOSITA’
Bisogna fare particolare attenzione a non venire a contatto con ogni parte della pianta che è velenosa ed urticante (foglie e semi se ingeriti possono provocare bradicardia, vomito, nausea, diarrea, disturbi del sistema nervoso e assopimento) , compresa la linfa che viene fuori subito dopo un taglio, che contiene “oleandrina“, un potente cardiotossico; perciò sarebbe bene tenere lontani bambini e animali domestici da questa pianta. Si racconta infatti che alcuni soldati delle truppe napoleoniche, durante le campagne militari in Italia, morirono avvelenati dopo aver usato rami di oleandro come spiedi per la cottura di carne alla brace.

Si racconta infatti che alcuni soldati delle truppe napoleoniche, durante le campagne militari in Italia, morirono avvelenati dopo aver usato rami di oleandro come spiedi per la cottura di carne alla brace.
Ora che sai come coltivarla perché non provare ad acquistarne una per il proprio balcone, terrazzo o giardino? Basta dare un’occhiata cliccando sulle immagini qui sotto.
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