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CHE POMODORI METTI IN TAVOLA? CINESI O ITALIANI?

tomato top of white ceramic plate
Photo by PhotoMIX Company on Pexels.com

Secondo le stime l’Italia diventa sempre più carente nel settore della produzione agricola. È successo già l’anno scorso con l’olio extravergine di oliva con cui siamo passati da primi a ottavi in classifica come produttori nel mondo, ed ora lo diventiamo sempre di più con la raccolta del pomodoro da salsa che fino all’anno scorso rappresentava un primato nei nostri campi.

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UN PO’ DI NUMERI PER FARE IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

Secondo le stime della Coldiretti oggi in Italia si consumano conserve di pomodoro per circa 30 chili a testa all’anno, sia a casa che al ristorante o in pizzeria ma per quanto riguarda le produzioni, triste a dirsi, in Italia ne arriveremo a produrre quest’anno solo 5 milioni di tonnellate, mentre la Cina ci ha superato producendo ben 7,3 milioni di tonnellate di pomodori da salsa.

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photo of person holding cherry tomato

Questo significherà importare più del 50% dei pomodori dall’estero, per soddisfare le richieste dei consumatori italiani.

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Anche se la colpa viene data al clima impazzito (infatti fra grandinate, nubifragi, alluvioni e ondate di calore l’Italia rischia di produrre ancora meno dei 5,6 miliardi di chili previsti per il 2023), la verità è che il pomodoro cinese costa la metà. Tale prezzo dimezzato ha consentito alla Cina di raddoppiare l’export di passata di pomodoro verso l’Italia e l’Europa.

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Free closeup on growing tomatoes

D’altro canto bisogna anche ammettere che in Italia la galoppante corsa al rialzo dei costi dell’energia e delle materie prime si riflette sulle spese eccessive di produzione dei pomodori, ormai superiori del 30% rispetto alle medie storiche, mentre agli agricoltori i pomodori vengono pagati una miseria, afferma la Coldiretti stessa.

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Nonostante tutto in Italia il pomodoro riesce a mantenere in vita 7000 imprese agricole e 100 aziende di trasformazione che danno lavoro a 10.000 persone consentendo al fatturato complessivo di sfiorare i 4 miliardi e mezzo di euro

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LE POLITICHE EUROPEE

Mentre negli Stati Uniti, Canada e Regno Unito sono state già promulgate leggi per bloccare l’arrivo dei pomodori cinesi prodotti con lo sfruttamento della manodopera minorile di piccole etnie sfruttate ed emarginate, la comunità europea non si è ancora pronunciata sulla questione.

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red and green tomato plants on train rail

Tutto questo succede perchè la commissione europea ha deciso di mettere a riposo il 20% delle sue terre per ridurre l’uso massiccio concimi chimici e pesticidi.

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Il paradosso è che i paesi dell’Unione Europea sono responsabili per appena 8% della produzione di anidride carbonica ma preferiscono comprare dalla Cina che emette quattro volte tanto CO 2.

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woman looking at tomato plants

Le politiche dell’Europa pertanto spingeranno a importare di più e vendere meno. Giusto per fare un esempio le statistiche indicano che per quanto riguarda metà del grano tenero dipendiamo già adesso da Stati stranieri. Infatti importiamo 4 milioni e mezzo di tonnellate da Ungheria, Francia e Polonia, mentre compriamo 2 milioni di tonnellate di grano duro dal Canada. Chissà come andrà a finire con i pomodori per le conserve!

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CRONACA NERA DELLE CONSERVE

Già nell’aprile del 2018 Striscia la notizia, menzionando il libro (ritirato dal mercato italiano nel 2019) dell’autore Jean Baptiste Malet dal titolo “Rosso marcio” che ha vinto molti premi ed è stato tradotto in otto lingue in tutto il mondo, metteva in evidenza che l’Italia è tra i primi importatori di Pomodori Cinesi, di bassa qualità, con la buccia molto dura che serve a garantire il trasporto del prodotto integro, sulle cui produzioni vengono usati prodotti chimici vietati in Europa.

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young couple selecting food in market

Purtroppo triste a dirsi c’è stato un periodo in cui in Italia i consumatori hanno trovato sugli scaffali alcune conserve a marchio italiano che di pomodori italiani avevano poco o nulla.

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Alcune avvisaglie si sono avute con lo scandalo, scoppiato mesi addietro, delle presunte false passate italiane che ha colpito alcune società situate in Italia in cui circa quattromila tonnellate di prodotti finiti e semilavorati sono stati sequestrati dai Carabinieri per le tutele alimentari con l’accusa di aver utilizzato il concentrato di pomodoro extra Unione Europea in prodotti venduti come 100% italiani.

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TUTELE, CONTROLLI E GARANZIE IN ITALIA

Meno male che i nostri laboratori sono in grado di rintracciare l’origine della materia prima, con elevati standard di sicurezza, attraverso la mappatura degli elementi minerali contenuti nel barattolo o nella bottiglia di passata. In parole povere la concentrazione di metalli come rame, litio o cobalto rivela se il pomodoro utilizzato nella conservare sia italiano o estero.

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D’altro canto le industrie di trasformazione e lavorazione dei prodotti oneste affermano che l’intervento del nucleo antisofisticazioni dei Carabinieri è diventato un vero e salvifico spartiacque per la tracciabilità dei derivati del pomodoro contribuendo a tenere alto il marchio Made in Italy.

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Al giorno d’oggi i test sopracitati diventano sempre più richiesti dalle forze dell’ordine e dagli onesti operatori della grande distribuzione che vogliono certificare l’origine dei prodotti forniti dei trasformatori

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a man and a woman holding a test tube
photo of person slicing tomatoes

Che dire dunque? In qualità di consumatori sarebbe sempre meglio leggere l’etichetta delle conserve che acquistiamo per capire l’origine del prodotto che vogliamo mettere a tavola.

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CONSIGLI PER I CONSUMATORI

Per smascherare l’inganno dei prodotti coltivati all’estero ed importati per essere spacciati come italiani nell’anno 2018 è scattato in Italia l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dei pomodori per pelati, polpe, conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.

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meatballs in tomato sauce

Sugli scaffali dei supermercati i prodotti Made in Italy ottenuti con pomodori coltivati e trasformati in Italia sono riconoscibili dalla dicitura “origine del pomodoro: Italia”

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Le confezioni di tutti i derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia devono avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture: – PAESE DI COLTIVAZIONE DEL POMODORO: … ” – “PAESE DI TRASFORMAZIONE DEL POMODORO: …

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Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE – Paesi NON UE – Paesi UE E NON UE (UE sta per Unione Europea).

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NON TUTTI I POMODORI CINESI SONO DA DEMONIZZARE

Tuttavia bisogna considerare che non tutti i pomodori cinesi sono da demonizzare e occorre quindi a questo punto spezzare una lancia a favore di alcune varietà di pomodori cinesi facilmente coltivabili anche in Italia, anche a livello hobbistico. Le varietà più apprezzate sono: Principessa cinese, Pera cinese, Perla nera, Presto, Souvenir cinese.

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VELOCITÀ DI MATURAZIONE E GUSTO ECCELLENTE DEI POMODORI CINESI

I pomodori cinesi sono molto popolari per la loro velocità di maturazione e il gusto eccellente, si possono acquistare i semi anche su Amazon cliccando su una delle immagini qui sotto.

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COLTIVAZIONE

Questi tipi di pomodori non amano la siccità e l’umidità in eccesso e vanno pertanto innaffiati solo quando il terreno è asciutto e non più di una volta a settimana. L’irrigazione poi va aumentata durante la formazione dei frutti perché in questo periodo il terreno asciutto può danneggiare i pomodori.

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I fertilizzanti vanno immessi nel terreno più volte al mese già poche settimane dopo la semina con fertilizzanti a base di micronutrienti tra cui boro e magnesio, acquistabili anche su Amazon cliccando su una delle immagini qui sotto.

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4 risposte

  1. Antonietta B. Antonietta B. ha detto:

    Noi in Puglia facciamo la salsa ancora in modo tradizionale a livello familiare, così come ci hanno insegnato i nostri avi, acquistando il locale pomodoro di San Marzano che il cinese tiene lontano!!
    Così abbiamo le conserve a disposizione per un anno in cantina e passa la paura…
    No supermercato – No street food!!

    • Fabio T. Fabio T. ha detto:

      Beati voi! Noi a Milan si va all’Ipercoop e comunque le etichette sulle confezioni sono troppo piccine da leggere. Ma in compenso sabato e domenica si esce si mangia fuori porta in gustose e tipiche trattorie! In barba alle salse!! 😜

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  3. Enrica M. Enrica M. ha detto:

    Io uso sempre prodotti italiani 🇮🇹 così non sbaglio mai 💁‍♀️

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  5. Domenico P. Domenico P. ha detto:

    Io metto a tavola i pomodori da me coltivati, quest’anno è stata un po’ dura ma alla fine non mi lamento ne della grandine avuta o altro. Preferisco i miei Italiani non cinesi!

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