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COME CURARE LA STELLA DI NATALE

Se abbiamo comprato o ricevuto la bellissima stella di natale, chiamata anche col nome botanico poco conosciuto di “Euphorbia pulcherrima” o “Poinsettia”, ma ahimè dopo un po’abbiamo notato che inizia a perdere foglie dando l’impressione di morte imminente, non scoraggiamoci e soprattutto non buttiamola via, ma scopriamo insieme, in questo video, come recuperare e curare la nostra colorata pianta originaria del Messico.

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COME EVITARE CHE LA POINSETTIA MUOIA IN POCHI GIORNI E FARLA DURARE FINO ALLA PROSSIMA STAGIONE

SE APPASSISCE IN POCO TEMPO

Può capitare che la stella incominci a perdere le foglie non appena la portiamo a casa, a cominciare dal basso. Oppure le foglie non cadono ma si afflosciano, pendendo come straccetti dai rami.

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Forse non ce ne siamo accorti ma può darsi che abbia avuto un colpo di freddo nel viaggio dal negozio fino a casa nostra, infatti la stella di Natale odia il freddo, proprio perchè è originaria del Messico, perciò tenerla anche solo una mezz’ora a 5 °C le procura danni irreparabili. Attenzione, quindi, non acquistiamola mai da banchetti per strada, perchè rischiamo di acquistare piante già sofferenti, che sicuramente non miglioreranno a casa nostra!

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È utile sapere che quanto più il prezzo è basso, tanto più scarsa è la qualità, sia della pianta (magari è un clone debole o un soggetto mal radicato), sia del terriccio. Le piante del supermercato invece patiscono un caldo eccessivo nel punto vendita, e spesso anche un eccesso o una carenza d’acqua. Invece quelle tenute al freddo dell’esterno subiscono un danno che si manifesterà una volta portata a casa. Il posto giusto per acquistarla è un garden center o un fioraio, dove le stelle rimangono sempre a temperatura controllata e ottimale, vengono irrigate il giusto che serve e concimate fino alla vendita.

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Dato che la pianta è originaria del Messico, è facile intuire che non sopporta proprio il freddo e che addirittura muore sotto i 12 °C. Perciò quando l’acquistiamo nel garden center o dal fioraio, il commesso deve avvolgere l’esemplare nel cellophane e poi in un sacchetto di plastica per ridurre lo shock termico. Se non lo fa, dobbiamo essere noi a chiedergli di farlo. Poi dobbiamo raggiungere casa il prima possibile, soprattutto se siamo a piedi o in autobus, mentre se siamo in macchina dobbiamo accendere il riscaldamento ma non al massimo, e andare subito a casa senza nemmeno fermarsi durante il tragitto per fare altre commissioni. Inutile dire che è assolutamente sconsigliato trasportare la pianta su uno scooter, in balia del vento freddo.

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Una volta arrivati a casa si deve togliere subito tutti gli involucri di cellophane perchè altrimenti conserverebbero troppa umidità, esponendo la pianta al rischio muffe

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A proposito di questo prima di acquistarla sarebbe opportuno stare particolarmente ad accertarci che non vi sia marciume radicale, che potremmo verificare solo estraendo la pianta dal suo vasetto, se notiamo che le radici sono scure, brunastre o mollicce sarebbe meglio non acquistarle. Si tratta di un problema incurabile, che porta la stella ad annerire seccandosi senza possibilità di cura.

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Vi indico qui di seguito alcuni accorgimenti per meglio curare la stella di Natale.

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MARCIUME RADICALE

Le stelle di Natale muoiono più per annegamento che per siccità, infatti annaffiare in eccesso provoca ristagno idrico nel terriccio inzuppato di acqua. È bene sapere che l’acqua elimina l’ossigeno necessario alle radici, che si asfissiano e marciscono. Spesso l’umidità favorisce anche lo sviluppo di funghi patogeni del terriccio che si nutrono delle radici.

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Come già accennato, il marciume radicale non lascia scampo, le foglie appassiscono e anneriscono restando al loro posto sui rami e subito dopo annerisce anche il colletto della pianta (il punto in cui il fusto emerge dalla terra) e poi tutti i rami.

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ARIDITÀ DEL TERRENO

Più o meno un vaso da 20 cm di diametro deve ricevere un bicchiere d’acqua a settimana. Se dimentichiamo di annaffiarla le foglie si arricciano all’insù, a partire da quelle più basse, scoloriscono leggermente e cadono. Il terriccio diventa secco e si ritira dal bordo del vaso.

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Per rimediare a questo inconveniente si può immergere il vaso in una bacinella d’acqua per 10 minuti, lasciando poi sgrondare bene il tutto prima di rimettere a posto la pianta.

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ESPOSIZIONE

Considerando che nelle radure delle foreste dove vive naturalmente e cresce spontaneamente filtrano solo alcuni raggi solari per poco tempo si capisce che la pianta deve stare lontano da finestre dove può essere raggiunta dai raggi del sole. A differenza delle normali piante d’appartamento, le foglie della poinsettia non vengono bruciate dal sole, ma si surriscaldano, aumentando la temperatura interna del soggetto e appassendo nel mentre, per poi riprendersi verso sera. È evidente che, se l’esposizione si protrae per alcuni giorni, la pianta si stressa e la resistenza del fogliame alla caduta diminuisce, portando alla spogliazione dei rami dopo circa una settimana.

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CORRENTI FREDDE O SECCHEZZA DELL’ARIA

La pianta dovrebbe essere collocata lontano dalla porta d’ingresso o dalle finestre che si di solito si aprono per il ricambio d’aria perchè le basta mezz’ora d’aria fredda per farle perdere tutte le foglie, verdi e rosse…

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È vero che è una pianta originaria delle foreste tropicali dell’America centrale, ma questo non significa che ami il caldo eccessivo: prospera infatti fra 15 e 18 °C, e tollera fino a 20-22 °C, ma non oltre. Posizioniamola sempre lontano dalle fonti di calore (termosifoni, termoconvettori, caminetti, stufe, pavimento radiante, fornelli, microonde) e in stanze dove la temperatura non sia mai superiore ai 22 °C: vive decisamente meglio a 18 °C. Se è vero che la stella non ama il caldo, non desidera neppure l’aria secca, priva di umidità atmosferica. Sempre al contrario di altre amiche tropicali, non vaporizziamola mai con lo spruzzino perché le foglie bagnate entrerebbero in sofferenza.

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l’aria in casa è troppo secca si potrebbe creare l’ambiente ideale per far crescere il ragnetto rosso, che si manifesta attraverso minute scoloriture delle foglie e sottili ragnatele tese tra il fogliame. lo si può combattere irrorando le foglie con un acaricida, come quelli indicati qui sotto (si può cliccare su una delle immagini per procedere direttamente all’acquisto sulla piattaforma di Amazon) e aumentando l’umidità intorno alla pianta.

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Se sulle foglie compare una muffetta grigiastra, allora vuol dire che la pianta si è beccata la botrite o muffa grigia, questo succede se si lascia il cellophane della confezione originaria per lungo tempo. Per può rimediare eliminando tutte le foglie colpite e riducendo per quanto possibile l’umidità. Se poi alla base del fusto principale compaiono chiazze nere, allora c’è una fusariosi, una malattia fungina che può estendersi anche ai rami superiori, che anneriscono. In questo caso non c’è nulla da fare, la pianta va eliminata nel cassonetto dei rifiuti organici (ma non nel compost casalingo).

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ANNAFFIATURE

Osservando il fogliame leggermente all’ingiù, si è portati a pensare che serva acqua, e di conseguenza ad annaffiare senza badare all’umidità del terriccio. Senza invece sapere che le foglie possono pendere per il caldo, per il sole, per il freddo o per l’aria secca o addirittura possono penzolare anche per l’eccesso d’acqua. È bene sapere che si fornisce acqua solo quando, infilando tutto il dito mignolo nel terriccio, la punta in profondità sente l’asciutto. Ancora meglio, se si infila un bastoncino di legno (tipo quello per gli spiedini) fino in fondo, lungo il bordo, per verificare se ritirandolo fuori esce asciutto o umido, a questo punto si dovrebbe innaffiare solo se il bastoncino ne esce asciutto. E comunque non si bagna mai se il substrato è ancora umido in superficie. Se si dà troppa acqua, le foglie penderanno all’ingiù, anche quelle più in alto. Il terriccio potrà apparire inzuppato, ma anche secco (se c’è ristagno solo sul fondo) senza però staccarsi dal bordo. Se accade, proviamo a svasare subito la pianta, togliere delicatamente tutto il terriccio fradicio e rinvasare con terra nuova e un buon drenaggio sul fondo. Attendiamo almeno 10 giorni prima di bagnare di nuovo. Se però il fusto è già annerito alla base, non c’è più niente da fare.

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Se però, oltre a essere asciutto, il substrato si è anche staccato dal bordo del vaso e appare quasi rattrappito, abbiamo esagerato con la siccità: un vaso da 20 cm di diametro deve ricevere un bicchiere d’acqua a settimana se sta a 20 °C, uno e mezzo a 22°C, poco meno di un bicchiere a 18°C. Noteremo anche che le foglie si sono arricciate all’insù, a partire da quelle più basse, sono leggermente scolorite e cadono copiose. Corriamo subito ai ripari immergendo il vaso in una bacinella d’acqua per 15 minuti, poi lasciamo sgrondare per almeno 10 minuti prima di rimettere a posto la pianta. E bagniamo con più regolarità. Attenzione: le mini stelle, segnaposto nel vaso da 4 cm, richiedono un dito d’acqua a giorni alterni, altrimenti appassiscono insanabilmente.

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È sempre preferibile bagnare nel sottovaso anziché versare l’acqua dall’alto sulla terra. Questo sistema permette infatti di controllare quanta acqua serve effettivamente alla pianta (se la assorbe all’istante, forse era troppo poca, e viceversa) e di far sviluppare le radici verso il fondo del vaso per poter assorbire il liquido. Poiché la poinsettia deve stare su un sottovaso con l’argilla umidificante, al momento dell’annaffiatura va messa in un sottovaso vuoto, nel quale si versa la quantità controllata d’acqua. Il vaso rimane lì per 10 minuti, poi va tolto e fatto sgrondare nel lavandino per altri 10 minuti, infine rimesso sull’argilla espansa.

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ECCESSO DI ACQUA

Quando diamo troppa acqua, le foglie tenderanno a pendere all’ingiù. A volte può anche capitare che sebbene il terriccio sia secco, possa esserci solo un ristagno solo sul fondo, dovuta anche all’acqua fuoriuscita dal vaso nel momento dell’innaffiatura ma che permane da tempo nel sottovaso.

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Per rimediare a quest’altro inconveniente svasiamo subito la pianta, togliamo delicatamente tutto il terriccio fradicio e rinvasiamo con terra nuova riponendo argilla o altro materiale drenante sul fondo. Sarebbe meglio poi attendere circa 10 giorni per bagnare di nuovo.

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Se invece si nota che il fusto è già annerito alla base, allora questo è indice che non c’è più niente da fare per salvare la nostra pianta!

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È bene sapere anche che se non la concimiamo, le foglie rosse cadranno un po’ prima del solito, se si spalancano le finestra davanti alla pianta, le foglie appassiscono tutte nell’arco di poche ore, comprese quelle rosse, dopodichè non ci sarà più nulla da poter salvare!

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RINVASO

Non si può rinvasare durante la fioritura, se sarà sopravvissuta, ci penseremo in primavera.

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COSA FARE IN PRIMAVERA

Seguendo gli accorgimenti sopra descritti la stella di Natale può serbare buona parte delle foglie verdi e rosse sino alla fine di febbraio o inizio di marzo. Quando anche le foglie rosse sono in buona parte cadute, come indicato nel video, si possono tagliare i rami di circa un terzo, appena sopra una gemma da cui stanno spuntando le nuove foglioline verde chiaro. Quando queste si aprono, è il momento del rinvaso: mettiamo 3 cm di argilla espansa sul fondo e un buon terriccio universale in un vaso in plastica di una misura in più. Dopo la potatura, è buona norma annaffiare meno e concimare una volta al mese con un prodotto liquido per piante verdi. Si otterrà così una bella pianta verde d’appartamento (che da maggio a settembre può stare in esterni a mezz’ombra).

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Comunque occorre dire anche che sebbene sia bella da vedere e da mostrare, la stella di natale può purtroppo essere tossica, clicca qui per sapere perché e come tutelarsi senza troppi allarmismi o per leggere l’articolo intitolato: “Stella di Natale, Bella e Pericolosa”

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